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Chi Siamo

LA STORIA:
 
Le origini nel ‘800
Nel 1846 nasce, in una famiglia di commercianti di lana, la mia bisnonna Farah (da cui il nome della mia attuale azienda). Grazie alle sue intuizioni la famiglia intraprende la produzione di tappeti, attività prestigiosa che, anche dopo la sua scomparsa, venne continuata da mio nonno. Presto divenne un grande produttore di tappeti firmati col suo nome Arezumand Mohammad Kazem e con il passare del tempo vennero riconosciuti come sinonimi di garanzia per l’alta qualità dei tappeti di Tabriz.
 

“Il tappeto è l’unica arte calpestabile che vive più del suo titolare.”

Nel 1954 mio padre il Signor Alì ( Sarebbe Massimo in Italiano )si innamorò di mia madre Hajia Tayebe Arezumand, la figlia del proprietario della ditta e subito venne nominato amministratore delegato della ditta Arezumand, perché mio nonno in lui vide un lato imprenditoriale (mio padre essendo nato in una famiglia dove il padre era un ufficiale dell’esercito, aveva uno spirito intraprendente e propositivo) che gli avrebbe permesso di far crescere l’attività. Incominciò a seguire tutti i lavori amministrativi riuscendo a esportare i prodotti di questo marchio per la prima volta fuori dalla Persia, partendo da Istanbul fino ad arrivare in quasi tutto l’Occidente.
Il lavoro di mio padre in questa ditta, è stato qualcosa di fondamentale e innovativo che ha permesso di modernizzare gli ideali del nostro marchio riuscendo a mostrarlo sia nel mercato interno che esterno. Questo lavoro venne apprezzato molto da mio nonno Arezumand e da mia madre.
 

“Se volete investire il vostro denaro in maniera sicura, acquistate un tappeto Orientale.”

L’evoluzione nel ‘900
Nel 1970 questa grande e famosa azienda viene ereditata da mia madre che inizialmente si occupava di procurare la Lana per la produzione, successivamente divenne anche lei amministratrice insieme a mio padre. Hajia Tayebe Arezumand fin da piccola si occupava della ritorcitura della lana con l’arcolaio ed è da lì che nasce in lei la passione per l’arte tessile, la profonda conoscenza delle lane migliori, dei colori più ricchi e all’indiscutibile gusto per il bello. Queste sue capacità artistiche l’hanno guidata alla costruzione di un importante collezione di tappeti antichi. Il suo spirito intraprendente ha inoltre consentito la produzione ed esportazione di pregiati manufatti in tutto il mondo.
 

“Una buona lana la si riconosce calpestandola e non toccandola.”

Come da tradizione la ditta nel 1992 venne ereditata da me.
Mi presento, sono Javid Saeid attuale Amministratore della Ditta, fin da piccolo ho amato l’arte del tappeto. L’ho annodato, disegnato, venduto e persino esportato. Dopo aver completato gli studi universitari a Tabriz (mia città natale) e aver frequentato due corsi di belle arti e insegnato per qualche anno, ho deciso di venire in Italia, paese che da sempre ama e apprezza questa splendida arte, per divulgarla. Dal 2009 faccio parte dell’Associazione Nazionale Tappeti Sicuri in qualità di consigliere e dal 2011 sono stato iscritto nel ruolo di perito ed esperto di tappeti ed arazzi nazionali ed esteri. Dal 2014 sono iscritto nel ruolo di consulente tecnico d’ufficio tenuto presso il Tribunale di Brescia.
Nel 1999 ho inaugurato la mia prima Galleria di tappeti pregiati, Galleria Farah 1970, nel centro storico di Palazzolo sull’Oglioin provincia di Brescia.
Nel 2002 ho aperto la seconda Galleria Farah 1970 nel centro storico di Sarnico, in provincia di Bergamo.
Nel 2012 è stato avviato un nuovo showroom di tappeti antichi e contemporanei nel centro storico di Chiari provincia di Brescia (in questo showroom siamo aperti esclusivamente su appuntamento).
Ho mantenuto il negozio storico della mia famiglia a Tabriz nel Gran Bazaar e ho un punto di raccolta a citta Teheran capitale dell’Iran.
 

“Se non avessimo esportato i tappeti dall’Oriente, non sarebbero mai diventati tappeti Orientali.”

Nel 2001 Nasce il mio figlio Daniel a Palahöl (Palazzolo sull’Oglio) la quinta generazione di questa famiglia, Avendo vissuto nell’ambito delle opere d’arte con tappeti orientali ed occidentali, si innamora dell’antica arte della Persia e delle sue origini pure nascendo in Italia ed essendo un cittadino occidentale, in pratica lui ama come suo padre l’arte del tessile e l’aiuta negli affari di famiglia e sembra che abbia un buon gusto nei colori e nelle fantasie ma soprattutto nel valore artistico nel mondo del Tappeto.

“Ogni anno i nostri tappeti entrano in centinaia di case e luoghi di lavoro per valorizzare al meglio ogni tipo di ambiente.”

 
Con l’inizio del XX secolo, infatti, la disgregazione del tessuto sociale
delle popolazioni produttrici di tappeti e la totale commercializzazione di tali manufatti
hanno causato la morte di quest’arte.
La perfetta armonia nata dall’equilibrio tra istinto, tradizione, tecnica e necessità,
che era alla base di questa attività artistica, è definitivamente scomparsa:
il tappeto non è più un’arte in divenire, ma si riduce ormai
a un artigianato sterile, a una pura impresa mercantile.

John J. Eskenazi, Il tappeto orientale, Allemandi, 1987